Oggi Primo maggio sono stato a trovare al presidio permanente dei lavoratori dello stabilimento di Testi.
Un Primo maggio amaro e precario per loro, che continuano pervicacemente a rivendicare il loro sacrosanto diritto al lavoro.
Le istituzioni sono vicine e con me stamani c’erano anche i sindaci Paolo Sottani (Greve in Chianti), Roberto Ciappi (San Casciano in Val di Pesa) David Baroncelli (Barberino Tavarnelle) e il sindaco Francesco Casini (Bagno a Ripoli).
“La nostra è una lotta che nasce da un’ingiustizia, ci sentiamo piccoli come Davide ma abbastanza forti contro Golia per non mollare, i sogni dei nostri figli valgono più di ogni logica di mercato, il Chianti, come il resto del nostro paese, si cura con il lavoro perché è sul lavoro che si fonda la nostra Costituzione”.
Lo hanno detto con un fiore, un garofano rosso, che mi hanno offerto, davanti al presidio permanente che, tra sorrisi e lacrime, vivono da sei mesi e con sacrificio tengono aperto ininterrottamente dal tramonto all’alba per protestare contro la multinazionale Buzzi Unicem, intenzionata a chiudere il cementifico di Testi dal prossimo 30 giugno 2021.